È sempre stato così, almeno da che ne ho memoria, l’italiano medio, che si tratti di politica, di cultura, di formazione, di lavoro, guarda il dito e non la luna.
Era naturale che fosse attirato dall’abbigliamento dei finalisti dello Strega piuttosto che dall’acquisizione del 10% della casa editrice Adelphi da parte di Feltrinelli.
Il lettore medio non perde occasione per rendersi ridicolo, d’altronde legge poco e male e si vede e si sente. Dall’alto del suo analfabetismo funzionale non riesce a comprendere e valutare le questioni fondamentali, la crisi per lui è l’aumento del prezzo della benzina, così come in letteratura uno stilista che possa vestire questo o quello scrittore assume più importanza della quota feltrinelliana di Adelphi.
Se Adelphi cede parte del suo pacchetto è proprio perché in questo paese non si legge e quelle scarse capacità residue vengono impiegate nell’acquisto di mediocrità che l’industria spaccia per imprescindibili.
Nella cessione di quel 10% ci sta tutta l’insipienza di un popolo che non è più in grado di sintonizzarsi su ciò che conta veramente, incapace di riconoscere il merito, la qualità, il valore. Perché bisognerebbe dirlo una volta per tutte che siamo dei falliti, imbolsiti in una miope deriva culturale fatta di accumulo dell’effimero, intrappolati in un’insana incapacità a vivere degnamente.
Non sapere leggere è non sapere vivere.
La capacità di lettura è un’abilità a conoscere e a discernere della vita il meglio e il peggio, avendo la lungimiranza e la consapevolezza della scelta.
Ma non è più uno scandalo quella cessione, perché non è più uno scandalo e nemmeno una vergogna la benevolenza che la massa riserva alla conduzione miserabile della propria esistenza.
“Si tratta di un acquisto dalla forte carica identitaria: Adelphi è una corona di diamanti, un marchio blasonato che si va a unire ad altri aggiunti negli anni: Apogeo, Gribaudo, Crocetti, Rough Guide, il 20% di Donzelli. E tra i più recenti: Marsilio (al 55%), Anagrama in Spagna e ora questo significativo 10% di Adelphi. Significativo perché dopo la morte di Roberto Calasso, che possedeva il 71% della casa editrice, le quote sono state ripartite perlopiù tra i familiari dell’editore: i due figli Tancredi e Josephine, eredi del 48%, la moglie Fleur Jaeggy e il nipote Roberto Colajanni, che ne è l’amministratore delegato. C’è poi la socia di minoranza Elisabetta Zevi, nominataa inizio giugno vicepresidente al fianco della presidente riconfermata Teresa Cremisi.
Per Feltrinelli, che oggi copre più del 7% del mercato editoriale italiano, è una fase di grande vitalità. Sul mercato va consolidandosi come editore totale, che copre sempre tutti i segmenti della filiera, compresa distribuzione e vendita al dettaglio. Nella sua nota Feltrinelli fa riferimento alla società Pde «impegnata da tempo nella promozione dei libri Adelphi sul territorio nazionale». Non dimentichiamo inoltre che dallo scorso dicembre Feltrinelli è proprietaria al 100% della Scuola Holden”.
E bisognerebbe dire anche che “Gramma”, il nuovo progetto editoriale Feltrinelli, che sarebbe nato “per andare alla ricerca di questa potenza della scrittura nel nostro tempo. Il suo compito prevalente sarà pubblicare libri in cui si annunciano le forme nuove della riflessione, dell’immaginazione e dell’invenzione e le opere che, dal passato, ci parlano ancora” non convince.
Ti aspetti uno scandaglio vero e proprio, una ricerca forsennata allo scopo di fare emergere nomi nuovi della narrativa italiana e estera, peculiarità, le cosiddette perle letterarie. Invece ti ritrovi i soliti nomi: Eshkol Nevo, Sandra Petrignani. E rimani deluso. Nessuna difformità, nessuna divergenza dal tracciato industriale.
Anche in questo caso l’insipienza del lettore medio viene consolidata col già visto, già conosciuto. È tutto lì il declino dell’industria culturale – la prima per fatturato -, è documentato, visibile agli occhi di chi abbia ancora la voglia e l’onestà di dirsi vinto dalla volgarità, dalla mediocrità e dal mercato che ha bisogno dell’una e dell’altra per dispiegare tutto il suo insulso potenziale.