Billy a Una marina di libri, il grande porto della letteratura

Billy a Una marina di libri, il grande porto della letteratura

La letteratura è un ponte: unisce mondi ma soprattutto avvicina le persone.

La letteratura è anche contaminazione, incontro, confronto, a volte anche dissenso.
Una Marina di libri ha ospitato tante parole ma soprattutto ha accolto moltissime persone. Il motto della rassegna è stato “L’isola che non isola” e così è stato, una promessa mantenuta, una speranza da custodire per il futuro. 

La manifestazione di Palermo, che si è conclusa domenica,  è stata un porto per librai, case editrici, lettori, gruppi e anche per i membri di Billy – il vizio di leggere.  La parola chiave del raduno è stata “diversità”, un vocabolo potente, sfaccettato, ricchissimo di significati, e Billy ne incarna parecchi. 
Città, regioni, fasce d’età – per l’appunto diverse – hanno unito virtualmente e fisicamente persone lontane. L’amore per i libri non è qualcosa che  si esaurisce quando si termina un romanzo e questo i membri di Billy lo sanno molto bene. La lettura, al contrario di quello che si possa pensare, è un momento di condivisione, anche dopo settimane o mesi: impressioni, dubbi e pareri si mescolano e danno vita a nuovi finali, a differenti interpretazioni e a prospettive mai immaginate. Perché? Perché i punti di vista dei lettori si mischiano dando vita a colori e pensieri che altrimenti  non esisterebbero. 

Non tutti vivono i libri allo stesso modo, nemmeno chi ama le stesse storie, lo stesso tipo di scrittura o gli stessi autori. Qualcuno legge per non farsi raggiungere dalla noia, qualcun altro per viaggiare; altri leggono per conoscere le persone intorno, alcuni per incontrare se stessi. E ancora, c’è chi scappa dai dolori, chi vuole sbatterci contro. C’è anche chi non si è mai posto la domanda: “Perché leggo?”, perché è come respirare, perché sarebbe impossibile immaginare una vita senza sfogliare o sottolineare le  amate pagine. 

Ma allora cosa tiene insieme questa diversità? Qual è il filo rosso che unisce visioni e sensazioni talvolta agli antipodi? La possibilità di essere se stessi.
Il raduno di Billy, la lettura consapevole condivisa, il gioco degli stralci e le altre attività del gruppo funzionano perché le persone riescono a sentirsi a casa, così tanto a proprio agio da mostrarsi per quello che sono: fragili, goffe, sensibili, verissime.
In un mondo in cui la diversità viene additata, in cui il dissenso viene ignorato, imbavagliato, dipinto come “anormale”, Billy prende i tratti più disparati dei lettori e li mette in luce

Stesso leitmotiv per le presentazioni a cui hanno preso parte i billyni. Un viaggio partito da Kurt di Benevolenza cosmica (Fabio Bacà), un uomo che deve fare i conti con il senso di colpa e con la certezza che tutto, ma proprio tutto, andrà per il verso giusto. E lì cominciano gli interrogativi su vita, destino, regole e rapporti.  
Il viaggio è continuato con gli abitanti di Pontescuro (Luca Ragnin) che hanno fatto del silenzio e dell’ignavia uno stile di vita difficile da scrostare via, mentre intorno la natura li guarda e inevitabilmente fa commuovere chi legge. Saltando tempi, ambientazioni e chissà, forse anche convenzioni, si è proseguito con i racconti di Polittico (a cura di Francesco Borrasso) senza un genere preciso,  accomunati “soltanto” dalla buona scrittura. Il gran finale con la penna di un grande scrittore americano: Thomas Wolfe, che in Foglie d’America dipinge un paese ricco di contraddizioni e sfumature.
Non è la casa editrice a unire questi libri, né il genere, tanto meno il tipo di scrittura.
Ad unirli è la qualità, la cura delle parole, la metafora più o meno celata della vita che vogliono raccontare, è l’instancabile ricerca della verità.
Ad unirli è la diversità. 

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Scritto da
Alessandra Fontana
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