Perchè leggere. Riflessioni di una lettrice.

Perchè leggere. Riflessioni di una lettrice.

immagine lettrice che stringe un libro

Cosa sono per me i libri. Quale spartiacque ha rappresentato per me il gruppo su Facebook Billy, il vizio di leggere.

Qualche settimana fa mi è capitata per caso, nella colonna “Ti può interessare” su Rai Play, una trasmissione del programma “Mixer Cultura Notte”, andata in onda nel 1987, intitolata “Scrivere o non scrivere? Questo è il problema”. Incuriosita, l’ho guardata, l’ho trovata interessante, istruttiva, a tratti divertente. Il conduttore, Arnaldo Bagnasco, comincia la puntata ispirata al premio istituito dalla rivista tedesca Concrete, che assegnava 30 mila marchi (20 milioni di lire) a uno scrittore che si dichiarasse disposto a non scrivere più una sola riga e a intraprendere un lavoro “utile” (da un’idea del celebre scrittore Karl Kraus). Dibattono sull’argomento ospiti autorevoli, come Cesare De Michelis, presidente di Marsilio editore; due suoi scrittori esordienti, Cinzia Tani e Marco Neirotti; il poeta e critico Giovanni Raboni; la scrittrice Serena Foglia; Piero Gelli, direttore editoriale della Garzanti; Valerio Riva, allora giornalista del Corriere della sera. Mi ha sorpreso constatare che già più di trent’anni fa vi erano fenomeni che si verificano ancora oggi: una sovrapproduzione editoriale, l’editoria a pagamento, poco coraggio delle grandi case editrici a investire su autori esordienti, pubblicazioni di non-libri o libri “gadget”, come li definisce Bagnasco. Durante l’intera trasmissione i lettori non vengono mai menzionati, fino alla fine, quando è Raboni ad affermare che quello dello scrittore è un mestiere che si impara soprattutto leggendo e che il rischio che si corre trasformando l’Italia in un popolo di “scriventi”, è quello di scoraggiare la trasformazione dell’Italia in un popolo di lettori. A giudicare dagli ultimi deprimenti dati statistici su quanto gli italiani leggano poco, è quello che è successo? Continua a calare l’educazione alla lettura. Perché?

Negli ultimi anni sono sorte diverse iniziative volte alla diffusione dell’importanza della lettura. Le librerie sono divenute luoghi d’incontro per presentazioni e letture; i librai entrano nelle scuole; nascono piccole biblioteche mobili. Ma nella maggior parte dei casi si ha l’impressione che l’unico obiettivo sia vendere, che ancora una volta il lettore sia all’ultimo posto tra gli ingredienti della ricetta, e che la qualità scarseggi.

Un lettore vero non si misura da quanti libri legge in un mese o dalla velocità che impiega a divorare libri, ma da quanto si lasci andare, da quanto si lasci prendere da ogni singolo libro, dalla sua capacità di farlo proprio, di gustarselo appieno. Certo l’esperienza e la cultura letteraria consentono al lettore navigato di leggere a più livelli, ma anche chi è alle prime armi può vivere un’esperienza magnifica grazie a un buon libro.

Per me leggere è un atto quotidiano, come mangiare, lavarsi, dormire. Come sento il bisogno dell’esercizio fisico per tenermi in forma e curare il mio corpo, così sento il bisogno di leggere per nutrire la mia mente: mi fa stare bene.

Fin da bambina, oltre ai libri di scuola, leggevo e studiavo anche altro, inizialmente grazie alla fornita biblioteca paterna e all’esempio dei miei familiari; poi sono stati anche alcuni dei miei insegnanti, che mi hanno incoraggiata a leggere giornali e libri. Da adolescente molti miei coetanei non leggevano come e quanto me anzi, la maggior parte non leggeva affatto e qualcuno mi prendeva addirittura in giro con battute del tipo: “Ma tu, tutti questi libri li hai letti davvero?” oppure “Ma perché perdi il tuo tempo a leggere?”. E io rispondevo pazientemente: “Sì, certo, nel corso degli anni” e “tu pensi di perdere tempo andando ogni sera in palestra?”.

A mio parere, leggere non è un modo per passare il tempo utilmente, ma è un’azione fondamentale, perché siamo esseri che vivono in un micro-mondo che non è che un minuscolo frammento di un universo infinito di mondi (ovviamente non solo in senso strettamente fisico). E come possiamo conoscere almeno una parte di questa varietà, di questa incredibile gamma di possibilità, nella nostra effimera vita, se ci mancano i libri?

Ma leggere non è neanche condurre una vita parallela con lo scopo di estraniarci consentendoci di vivere in altri mondi fuori e lontani dal nostro, perché le letture sicuramente ci influenzano, ci formano e la vita, semmai, si alimenta dei libri che leggiamo. La nostra personale educazione, la nostra esperienza, il nostro credo, non bastano a plasmare il pensiero, la coscienza. Come possiamo ritenerci liberi di essere noi stessi senza quell’ardore con cui i libri ci aprono la mente?

Ci sono stati per me libri illuminanti, libri che mi sono “capitati” nel momento giusto, libri che mi hanno sconvolto: ogni libro è un’avventura nuova, diversa, inaspettata.

Per molto tempo ho preferito la lettura dei classici della letteratura, principalmente italiana, inglese, francese, sudamericana, russa. È interessante osservare come la letteratura sia cambiata nel corso della storia, leggere i maestri che con la loro letteratura la storia l’hanno fatta. Confesso che spesso la letteratura contemporanea mi deludeva: testi scritti male e pieni di stereotipi che mi lasciavano solo l’amaro in bocca.

Poi è arrivato su facebook Billy, il vizio di leggere – il gruppo” e devo ammettere che far parte di esso mi ha cambiata come lettrice. Innanzitutto mi sono sentita meno sola, ho trovato una comunità di persone che capiscono e condividono con me il valore della letteratura. Non siamo collezionisti di libri ma cercatori di tesori, desiderosi di nuove avventure, assetati di nuova conoscenza. E con Billy ho riscoperto anche il piacere di leggere la narrativa contemporanea, ho imparato a muovermi meglio tra gli scaffali ricolmi delle librerie, a fiutare, a scegliere. E infine ho capito che questa nostra passione può avere anche un’utilità sociale se la condividiamo con gli altri. Sono diventata una lettrice meno egoista e solitaria. Regalare o prestare un libro ogni tanto a chi speri possa apprezzarlo, non basta più.

Al giorno d’oggi, credo che i libri, quelli giusti, siano una vera e propria ancora di salvezza per la società sempre in preda alle tempeste, in alto mare.

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Scritto da
Arianna Cona
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9 commenti
  • Mi è piaciuto moltissimo questo pensiero che riporto perché lo condivido appieno, è chiaro e completo ed è il motivo per cui leggere fa bene.: a mio parere, leggere non è un modo per passare il tempo utilmente, ma è un’azione fondamentale, perché siamo esseri che vivono in un micro-mondo che non è che un minuscolo frammento di un universo infinito di mondi (ovviamente non solo in senso strettamente fisico). E come possiamo conoscere almeno una parte di questa varietà, di questa incredibile gamma di possibilità, nella nostra effimera vita, se ci mancano i libri?

  • Arianna Cona ha raccontato con belle parole la sua esperienza di lettrice e mi ha fatto venir voglia di raccontare cosa rappresenta per me la lettura .
    Sono nata in una casa dove le librerie non esistevano , due genitori giovani e senza mezzi avevano messo al mondo una bambina non programmata .Lavorava solo mio padre come fattorino all’ENEL , i suoi studi si fermavano al cosiddetto “avviamento “ la scuola che finite le elementari preparava i bambini meno abbienti al lavoro , gli altri frequentavano le medie , molti bambini in quegli anni non frequentavano né l’una né l’altra . Mia madre era una di quelle bambine che finite le elementari iniziò a lavorare in città presso una famiglia come aiuto nelle faccende di casa , le passavano il vitto e l’alloggio .
    Insomma non mi trovavo in un ambiente intellettuale .
    Nonostante ciò , o forse proprio per questo, mi sono innamorata dei libri . Leggevo tutti quelli della biblioteca di classe e mi sembrava di vivere tante vite , mi immergevo nelle parole con una emozione fisica che mi faceva vibrare il corpo , quando arrivò in casa il dizionario potei scoprire il significato di parole che non conoscevo .
    Posso dire che fui folgorata dai libri , che ho continuato a leggere sempre perché era, ed è dei miei bisogni primari .
    La lettura è per lo più un’attività solitaria , io e il libro , l’interazione tra noi e le riflessioni personali , le lacrime e i sorrisi , lo stupore, la gioia e la sofferenza .
    Però ho sempre amato , quando era possibile , il confronto con altri lettori , compagni di classe , amici , colleghi.
    Desideravo tantissimo avere un gruppo di lettura ( uno di quelli di cui avevo letto nei romanzi ) dove condividere la lettura portando le proprie sensazioni e pensieri in un ambiente confortevole davanti a una crostata profumata e a una tazza di caffè.
    Ci ho pensato molte volte : un piccolo gruppo di amiche che si trovano a casa dell’una o dell’altra .
    Il lavoro , gli impegni, la mancata disponibilità delle persone mi ha fatto abbandonare l’idea ma facebook mi ha regalato “billy il vizio di leggere” e ho scoperto un mondo meraviglioso fatto di lettori e lettrici consapevoli . La consapevolezza che bella cosa ! Ho scoperto nuovi autori e autrici, nuove case editrici , nuovi modi di affrontare un libro .In primis la lettura consapevole condivisa di un testo che è molto di più di un semplice gruppo di lettura perché una regia autorevole stimola e favorisce la discussione , alla quale molto spesso partecipa anche l’autore o l’autrice con un valore aggiunto prezioso. E poi il mitico gioco degli stralci , in questo caso siamo tutti al buio e riceviamo pillole di un libro che i validi amministratori sottopongono al gruppo scatenando in noi una specie di brainstorming o “tempesta di cervelli “ con conseguente esplosione di pensieri ipotesi e analisi . Lo trovo stupendo !
    Leggo per vivere e non sopravvivere , la lettura mi ha dato la forza di sperare e di lottare soprattutto nei momenti bui della vita , mi ha aperto e gli occhi e mi ha fatto vedere che esistono altri mondi , ha favorito la crescita dell’empatia insegnandomi a mettermi nei panni degli altri , mi ha fatto vedere la bellezza delle parole, mi ha fatto riflettere sulla vita e sull’imponderabile.
    La mia casa è piena di librerie e guardare i libri mi fa stare bene , sono miei e posso annusarli o rileggerli quando voglio .

    • Il miei esordio come lettrice è uguale al tuo, ma non ho mai fatto parte di gruppi di lettura. Voglio provare con questo gruppo di Facebook, ho già chiesto di farne parte😀

  • Leggendo l’articolo (davvero coinvolgente!) ho riflettuto su di un pensiero che più volte mi è capitato di fare. Colpa di quel pezzetto che a un certo punto dice “siamo esseri che vivono in un micro-mondo che non è che un minuscolo frammento di un universo infinito di mondi (ovviamente non solo in senso strettamente fisico).”
    Ma come facciamo a fare questa cosmica differenza, se siamo stati appena solo sulla luna?
    “altrove” mica poi tanto, ci sono arrivati solo sonde e satelliti….
    Voglio dire per precisare che sono pienamente d’accordo con Arianna. Ho avuto quasi le stesse esperienze di generazioni che leggendo, hanno lasciato librerie sempre più nutrite, sono cresciuta con la stessa fame di conoscenza. Ma non credo basti una vita a colmare di fame per quanto uno possa avere la fortuna di leggere tanto.
    Comunque secondo il mio piccolo pensiero, soprattutto scrivere, ma anche leggere (di altre realtà, anche solo limitate ma pur sempre terrestri) dev’essere un atto di grande umiltà.

  • Mi ritrovo nella tua esperienza di lettrice, sto dedicando dei post nel mio blog personale a questa mia passione. Con molta sorpresa, devo dire che stanno riscuotendo in discreto successo. Chi legge ha bisogno di comunicare e di trovare persone con cui parlare di ciò che ha letto.

  • Condivido fino all’ultima virgola il pensiero di Arianna, carissima amica per la quale nutro profondo affetto, nonostante ci divida fisicamente tutta l’Italia per il lungo! Come scrive lei con uno stile piacevolissimo, leggere non è (solo) un passatempo, non è (solo) un divertimento: leggere è coltivare con cura ed attenzione il nostro intelletto e la nostra anima, imparando – proprio grazie ai libri – a sviluppare un pensiero personale e critico che non segua pedissequamente la massa, ma che ci consenta di elaborare e fare nostra la realtà che ci circonda e le altre realtà a noi meno familiari. E, aggiungo io, senza assolutamente privarci della possibilità di “perderci” e sognare. Solo i libri sanno fare questo!

  • Mi sento di confermare completamente tutti i punti espressi dall’autrice che dimostra una sensibilità particolare e riesce con il suo entusiasmo a contagiare i più indolenti alla lettura. Grazie!

  • Già , non è importante il numero di libri che leggiamo ma, cosa ci lasciano – i libri – in termini di emozioni ed insegnamenti. Ma perché – mi chiedo – a volte la lettura di un libro non ci trasmette nulla? È il lettore che, non riesce ad accostarsi nel modo giusto o, è lo scrittore che non riesce, attraverso la sua esposizione, a toccare l’anima dei destinatari ?
    Io, penso che, la lettura di un libro debba essenzialmente, emozionare e , solo se questo avviene , nasce l’interazione che, è quella che guida il lettore ad una introspezione. Se ciò avviene, ogni lettore si sentirà il destinatario di quel determinato messaggio e si sentirà “menzionato” per tutto il tempo della lettura. Come se si interloquisse ♥️ Ecco, è questo ciò che penso.
    Grazie, Arianna, per la tua bellissima riflessione .

  • Arianna, appassionata lettrice, che partorisce appassionanti quanto divertenti scritti brevi. Il concentrato di sé: colta, ironica, di una sensibilità rara!