Era il lontano ’95 quando nelle sale italiane uscì un film, “Marciando nel buio”, per la regia di Massimo Spano e la produzione di Zeudi Araya, che affrontava coraggiosamente il tema dell’omosessualità nelle caserme italiane. Film drammatico con Thomas Kretschmann, Massimo Dapporto, Flavio Albanese, Franco Interlenghi, Ottavia Piccolo e uno stuolo di attori ben calibrato per delineare un gioco gerarchico di sottomissione, la seduzione virile della divisa issata a vessillo simbolico di potere, di celato asservimento alla forza, libidine privilegiata in grado di generare fantasie tutte al maschile che si sottomette a se stesso.
Da allora, di questo e altri film, graphic novel e “prodotti” artistici a tema, l’attualità si è ufficialmente svincolata, salvo a mantenere canali strutturati laddove la censura non esercita alcun controllo, nei siti porno, dove il genere militare, divisa, gay military, è ben connotato, frequentato e da cui scaturisce un mercato miliardario che non ha conosciuto cadute di sorta.
C’era dunque necessità di tornare al tema, di sviluppare nuove traiettorie analitiche, in cui eros e divisa potessero parlare una lingua indipendente e emancipata, a dispetto di un arcaico pregiudizio di maschitudine e aitanza innate e che trovano vie di fuga articolando quel giusto principio di risoluzione per contiguità che solo la letteratura, con i suoi silenzi e i suoi ritmi, le metafore illuminanti e i rapporti multipli della parola col significante, poteva dispiegare.
Ci ha pensato Ezio Sinigaglia con la sua ultima opera, “L’amore al fiume (e altri amori corti)”, uscito per Wojtek Edizioni, a esprimere una relazione naturale tra segni apparentemente opposti, tra elementi che nell’immaginario collettivo rifiutano accostamenti e che in realtà temperano i cliché sul maschio, sulla sua virilità tutta protesa alla conquista senza tema di smentita.
Quella di Sinigaglia non è solo una raccolta di sei racconti ma un’intera costellazione di riti militari pervasi dall’umanità, che preme e proietta i commilitoni in una più esaltante simbiosi omoerotica, in cui machismo e fallocentrismo, spogliati di ogni potere simbolico, vengono lasciati indietro, privi di forza e di significazione, inservibili nelle gesta nude di squisita genuinità.
Non v’è l’ombra del giudizio, né l’inutile rampogna della rivendicazione: ogni personaggio vive di vita propria per diritto intrinseco, in una lingua impudica e al tempo stesso elegante, segnata dal carattere ipotattico che oggi langue nei componimenti letterari e che adduce valore di pensiero e di carattere. L’ipotassi serve allo scrittore per enucleare ipotesi, garantire complessità psicologica ai suoi personaggi, caratterizzarne i registri linguistici, che viaggiano regionalmente e s’incistano in dialettismi e neologismi.
La lingua, dunque, risente del desiderio del disvelamento, caricata quanto basta d’ironia e sparata sul lettore come l’arma più efficace a incidere nelle vicende del Battaglione Crimea e dei suoi bersaglieri fragili, vulnerabili e coraggiosi, con le loro timidezze e le intrepide caccie all’amore.
Omoerotismo, potere, divisa e esercito trovano in “L’amore al fiume (e altri amori corti)” un connubio fatto di corrispondenze che Sinigaglia stilizza in sei storie collegate fra di loro, in cui i personaggi continuano a tornare e a intessere relazioni umanizzate dalla sorpresa e dalla consapevolezza di essere, spesso per la prima volta, vere.
Di particolare pregio il secondo racconto, con un protagonista, il bersagliere gigante Settimio Barigozzi detto Maciste, sfaccettato sino alla personalità multipla, eppur dotato di sentimenti squisiti e a tratti infantili, che inscena una vicenda limitrofa all’arte teatrale, di cui il titolo, “La pièce” ne è lucida sintesi.
Ezio Sinigaglia, se ce ne fosse ancora bisogno, si conferma come un narratore esperto e fecondo, un distillatore di sacri furori erotici, un mecenate della parola propria e altrui, di cui ogni libro ne è custode e sviluppatore, certo che scrivere equivalga a essere, a esistere, a dubitare, a condensare della vita la sua esatta e opposta significazione.
Grazie a Billy e Modus legendi scoprii questo autore, che è diventato per me sinonimo di qualità. Leggerò volentieri anche questa raccolta di racconti.
Che meraviglia questa lettura del libro di Sinigaglia. Devo dire che invoglia. Grazie