La cucina editoriale (XVII parte)

La cucina editoriale (XVII parte)

Il lavoro che svolgiamo ogni giorno ci forma, ci trasforma. Dentro e fuori. Vi è capitato di svolgere male, per un motivo o per un altro, il vostro lavoro? A me sì e mi son trovato a scegliere, a fare delle scelte radicali…

Circa vent’anni fa mi capitò di lavorare in due ristoranti nell’arco di un anno e mezzo, dove mi lamentai, dopo appena tre mesi di lavoro, della sostituzione di certi ingredienti con altri più scadenti. La panna una volta, la farina un’altra volta, l’olio extravergine d’oliva, etc…

A mia domanda mi fu risposto che dovevo utilizzare i prodotti in sostituzione di quelli precedenti perché più economici.

Risparmiare un euro o due a ingrediente farà perdere clienti, era la mia risposta, la mia incitazione, il mio suggerimento a non risparmiare. Niente da fare. L’idea e magari anche l’effettivo risparmio su una spesa di circa 30€ portò il titolare a dirmi che se mi andava bene così, ottimo, altrimenti la porta era lì! Uscii da quella porta. Per me era fondamentale essere fedele e onesto. Oggi la penso ancora come allora. Paradossalmente mi capitò la stessa cosa subito dopo. Forse ero io a essere troppo esigente, forse davo peso maggiore a una certa moralità del lavoro e del vivere, ma come si faceva? Come si fa?

Sono i comportamenti a dare l’esempio. È ciò che facciamo ogni giorno che ci rende quello che siamo. Ho sempre ritenuto che qualsiasi cosa si faccia formi ed educhi ogni nostra azione ma anche lo spirito e l’anima.

Con i libri mi trovo a rivivere idee e concetti simili, una certa moralità, un certo modo di leggere e di produrre, a partire dagli ingredienti.

L’editoria ha un ruolo educativo fondamentale, paragonabile a quello del nutrimento per la pancia. L’editoria dovrebbe sfornare pagine di grande qualità e invece ci si ritrova a fare i conti con concorrenza scorretta e traditrice.

Il mercato editoriale è invaso da non scrittori, pubblicano tutti: giornalisti, blogger, insegnanti, attori e attrici, comici, musicisti, poeti e politici, uomini e donne di spettacolo soprattutto e tanti altri. La televisione è la torta non condivisibile con chi tra i medio-piccoli produce qualità. In ogni trasmissione qualcuno presenta il suo libro ma sono sempre appartenenti ai gruppi editoriali. La televisione ha ruolo educativo centrale in Italia e purtroppo nessuno spazio, sia pure una briciola di esso, che possa dar rilievo a una casa editrice più piccola, viene concesso. Credo però che un lavoro fatto bene abbia sempre un grande peso, lascia traccia di sé e soprattutto nel medio-lungo termine. Scegliere gli ingredienti migliori produce consapevolezza e coraggio, solidità morale. Importante non barare, però, e le regole dovrebbero essere uguali per tutti

Vi ricordate quando raccontai di quanta immondizia si produce? Era la prima puntata de La Cucina Editoriale, se non ricordo male, e se vi dicessi che la carta che va al macero è quella che inonda le classifiche di vendita?

Ti è piaciuto? Condividilo!
Scritto da
Fabio Mendolicchio
Di' la tua

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.