La cucina editoriale (XV parte)

La cucina editoriale (XV parte)

Allora, le prossime domande vengono spontanee: è importante nutrirsi di alimenti di prima qualità? Cos’è che all’atto pratico sentiamo cambiare dentro di noi?

Questa volta oso introdurre un elemento importante, un concetto karmico, legato all’alimentazione, al nutrimento e scusate se è poco o se lo davate per scontato, ma secondo me la lettura è proprio nutrimento. Credo che molti di voi possano capire, Angelo Di Liberto in prima battuta! Ne abbiamo parlato molte volte, alcune direttamente, altre toccando lievemente l’argomento.

Una volta presa per buona l’importanza di mangiare prodotti di qualità, che danno vita a piatti di qualità e la stessa cosa ha valenza con la lettura… vi siete mai resi conto di cosa accade dentro di voi?

Personalmente ogni qualvolta io finisca una lettura strepitosa mi accade di provare un senso di felicità immensa. Non è banale intuirlo e rendersene conto! Per un lettore può rappresentare la normalità, ma anche Osho dice che un gesto ripetuto, un frutto dolce, succoso, profumato va mangiato prima, durante e dopo con consapevolezza. I motivi sono tanti, possono essere tanti, potrebbe crollare il mondo ma il senso di benessere che provo è “adrenalinico”. Non è paragonabile al senso di sazietà, anzi semmai il contrario. Più simile al senso di fame perché spesso ho avvertito o sentito chi lo raccontava, di quel sentimento di dispiacere per la fine di una lettura straordinaria, quel tanto da non voler che finisse.

Si sa d’altronde che bisognerebbe mangiare fino a non sentirsi satolli. Bisognerebbe mangiare tutti i giorni poco e bene. Invece spesso si ambisce a riempirsi il piatto di cibo mediocre (vedi banchetti, aperitivi o situazioni di cibo gratis). Ho avuto molti maestri in cucina – e non solo in questo ambito – che mi hanno sempre messo in guardia: non ti regala niente nessuno!… a tavola bisogna alzarsi con ancora un leggero senso di fame e un cuoco dovrebbe imparare e insegnare a non strafare, non mescolare troppi ingredienti diversi, trovare un equilibrio e mantenerlo.

Ma non vorrei uscire troppo dal tema centrale: cosa accade dentro quando ci si nutre di qualcosa di prezioso, sano, salutare? Volete un esempio? Tipo mangiare una pera, un’albicocca, una pesca o, meglio ancora, un fico maturati sull’albero. Wow, che felicità ragazzi!, sento scorrere dentro meraviglia, come se mangiassi oro… ma sono curioso di leggere cosa accade in voi.

Beh, è un’emozione che mi dà gioia di vivere. È una vibrazione che mi dona un’energia immensa e una volta conosciuta, percepita, imparata basta mettersi nelle condizioni di poterla rivivere. Cercarla! Attenzione, dico e preciso di poterla rivivere, perché chiaramente non è automatico, ma già il mettersi in condizione di aiuta a far sì che questo ricapiti. Posso parlare per me e ormai sono oltre vent’anni che comportandomi in questo modo, diciamo che ogni settimana trovo la giusta condizione, vuoi per il cibo, vuoi per una lettura, vuoi per una passeggiata al parco che genera sempre stupore.

Un autore che in me genera sempre uno stimolo creativo, una felicità diffusa è Percival Everett. Di quelli pubblicati da Miraggi ultimamente c’è per esempio Sergio La Chiusa; Simone Ghelli mi piace sempre tanto; Marco Giacosa. Tra gli stranieri Bianca Bellovà, Osvaldo Lamborghini e aggiungerei Roger Salloch. Ultimamente una perla ritrovata di Aaron Klopstein. La lista in realtà non finisce qui ma sull’isola d’Elba d’estate, dove ogni anno vado a trovare i miei amici Lorenzo e Susanna. Hanno una galleria d’arte ceramica che si chiama Gulliver, ma la loro galleria d’arte prosegue nel terreno dove con cura e attenzione hanno piante di limoni, pere, nocciole e soprattutto fichi… che lasciano maturare sulla pianta.

Attenzione: mangiare cibi mediocri produce regressione e gli editor che conosco mi raccontano che anche leggere libri mediocri produce regressione. Lo sapevate?

Continua…

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Scritto da
Fabio Mendolicchio
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