La cucina editoriale (II parte)

La cucina editoriale (II parte)

Entrate in una libreria, giratevi e guardatevi a 360°. Cosa vedete? Quello che capita a me quando entro in un supermercato: un sacco di immondizia!

Eravamo rimasti qui, a questa domanda.

Ebbene sì, vi sembrerà strano, alquanto fuori luogo, eppure è così. Nell’editoria si produce tanto per poi scoprire che quasi tutto va al macero. Siamo nel paese fanalino di coda in Europa per lettura. Si legge poco, la stragrande maggioranza della popolazione, quando va bene, un libro al mese, eppure si producono ottantamila nuovi titoli all’anno, con una tiratura media di circa cinquemila copie. Grosso modo quattrocento milioni di copie. Secondo me un po’ di più ma…
Il punto è che le tirature sono tarate per generare capillarità di distribuzione, saturare gli spazi nelle librerie, soffocare piccoli e medi editori riversando nel mercato libri buoni ma soprattutto libri mediocri (nella stragrande maggioranza), perché al lettore va dato ciò che è in grado di capire e leggere.

La vita media del libro, decretata dalle leggi del mercato di cui sopra, è di circa 60 giorni. Tutto questo porta al macero una quantità spaventosa non di semplice carta ma, per l’appunto, di libri.

Io ogni volta che entro in libreria mi fermo e mi piange il cuore. Più o meno la stessa cosa che mi capita in un supermercato quando vado a fare la spesa. Entro e vedo gli scaffali colmi di prodotti confezionati in duplici e triplici involucri e mi piange il cuore. Pile e pile di prodotti rivestiti di plastica.

Lo sapete quanto me cosa significa vedere il bidone della raccolta differenziata della plastica riempirsi ogni due o tre giorni. E mi piange il cuore oggi più di ieri perché la tecnologia e le scoperte ci hanno permesso materiali biodegradabili che dovrebbero divenire obbligatori. Manca la volontà politica, quindi la colpa è nostra visto che i rappresentanti politici sono o dovrebbero essere, appunto, rappresentanti. Nostri rappresentanti.

Fatelo! Entrate in un supermercato e immaginate! Quello che vedete è praticamente quasi tutto destinato a finire nell’immondizia.

Entrate in libreria e vedrete un sacco di libri che andranno al macero.

Sto male e lo dico da editore che in undici anni non ha mai mandato al macero nulla; ho inventato le lampade-libro per recuperare parte di quei volumi, ma occorrerebbe anche qui vendere qualche lampada in più. Ci siamo messi a vendere anche blocchi di cinque o dieci libri a pochi euro pur di non mandarli al macero e recuperare i costi di stampa. L’unica soluzione è fare libri che abbiano una qualità superiore. Una qualità di scrittura e di realizzazione diversa e superiore alla media. Occorre fare libri che non abbiano data di scadenza e per questo ci vuole volontà, la stessa volontà che chiederei per confezionare gli insaccati in materiali biodegradabili, oppure per ridurre gli incarti, semplificare e prendere spunto dalle idee altrui.

Perché se vedo e scopro che un produttore di caffè realizza cialde biodegradabili non può diventare obbligatorio per legge realizzare cialde biodegradabili? Invece no, continuiamo a buttare milioni di cialde di plastica nell’indifferenziato e diventiamo tutti più poveri e inquinati.

Non so se riuscirò a scuotere uno, dieci o cento di voi, io sinceramente lo spero e quindi vi invito ad acquistare prodotti ecosostenibili. Nei supermercati oggi ci sono e anche di buona qualità, dal brand più blasonato al discount che si difende con prodotti privi di pubblicità ma con linee qualitative buone. Scoprite un buon caffè con cialde biodegradabili? Bene, comprate quelle! I salumi io ora li acquisto in un banco del mercato che usa pellicole biodegradabili e carte alimentari che si gettano nella carta, perché va premiato e si merita la mia fiducia. Ora si trovano piatti e posate biodegradabili in qualsiasi supermercato ma non sono ancora decretati come obbligatori, e se lasci alle persone la possibilità di spendere meno per un prodotto usa e getta che butti via (nella migliore delle ipotesi nella raccolta differenziata) è ovvio che l’educazione sia di bassa lega e vada nella direzione solo dello spendere meno.
La stessa cosa vale per i libri e gli amici di Modus Legendi lo sanno bene. È una consapevolezza politica, che genera politica e che influenza la politica.

Anche il prezzo di copertina è politico, ma cosa c’è dietro a questo? Come viene calcolato?

Continua…

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Scritto da
Fabio Mendolicchio
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